La storia dell’ Hip-Hop
Dagli spunti bibliografici e diversi momenti fondativi, la storia del’Hip-Hop nasce per inciso come un movimento artistico e culturale.
Questo movimento nasce nella prima meta’ degli anni Settanta, sviluppandosi nei ghetti metropolitani di New York, in particolare nel Bronx un quartiere malfamato dove regna la poverta’ e la dissocupazione, abitato per la maggior parte da afroamericani e sudamericani laddove nei quadri di isolamento e alienazione i giovani erano spinti verso la criminalita’.
Quartieri dove le normali leggi non avevano piu’ valori, scontri tra le gang e territori abbandonati alle dure leggi della strada, dove il piu’ forte prevarica il piu’ debole.
Furono i ragazzi piu’ giovani di societa’ multietniche, come risposta all’isolamento e all’emarginazione, che decisero di stabilire una tregua tra le gang favorendo la convivenza pacifica rispetto alla violenza.
Il nuovo clima favori’ l’integrazione e lo scambio culturale tra le varie etnie nei quartieri afroamericani e sudamericani, da qui la nascita dapprima degli “house party” (feste casalinghe) per poi identificarsi nei “block party”, vere e proprie feste di quartiere basate sulla musica, sul ballo e l’arte grafica.
Detto questo possiamo identificare che ”l’hip hop” e’ uno stile musicale costituito da due principali elementi: il rap, cioe’ il canto, spesso si chiama Mcing e, il secondo elemento e’ il Djing, cioe’ la musica. “Djing” e’ derivato dalla parola “DJ” ovvero disk jockey, la persona che lavora con i dischi sul giradischi e aziona mixer e sampler (scratching).
Altri tre elementi dipendenti dai primi sono: il Bboying o breakdance, quindi il ballo, i graffiti quindi l’arte grafica, e l’ultimo il beatbox creare musica con la propria bocca e la voce.
La data a cui far risalire la nascita dell’Hip-Hop sarebbe l’11 Agosto 1973, una ragazzina decide di organizzare una festa in casa, al 1520 di Sedgwick Avenue-New York, e da’ al fratello maggiore l’opportunita’ di esibirsi per la prima volta in veste di DJ.
Si presenta con qualcosa di incredibile una novita’ assoluta, che lascia basiti tutti: due giradischi, un mixer e una nuova tecnica incredibilmente rivoluzionaria che permetteva di mettere in loop (cioe’ di ripetere senza interruzione) le sezioni piu’ ritmiche dei dischi.
Il suo nome e’ Clive Campbell, in arte DJ Kool Herc, un immigrato giamaicano, era uno dei piu’ popolari disc jockey a New York tra il 1972 el il 1976, suonando nei block party, ma riconosciuto a livello mondiale come il primo pioniere dell’Hip-Hop.
Le gang si trasformaqno in “crew”, iniziando a incanalare e sfogare le tensioni sociali e il bisogno di autoaffermazione attraverso l’Hip-Hop: agli scontri armati vennero preferite le gare di ballo tra
B-boys e le battle di freestyle, in cui gli MC si sfidavano improvvisando versi in rima.
Cio’ dimostra ancora una volta come l’arte, il ballo e la musica costituiscano un elemento benefico nei confronti della societa’ , favorendo lo sfogo delle tensioni tra classi sociali ed etnie differenti, donando ai giovani la possibilita’ di affermarsi in qualcosa che fa bene sia a loro sia alla comunita’ nella quale vivono.
Questa tipologia di danza pero’ non e’ stata sempre uguale a se stessa, ma si e’ evoluta nel corso del tempo ed ha attraversato due periodi fondamentali.
Il primo chiamato Old School, caratterizzato dalla breakdance, ballata dai cosidetti breaker, o street dancer (ballerini di strada), che si sfidavano a colpi di acrobazie per ottenere quel rispetto che avrebbero altrimenti cercato attraverso le risse.
Il secondo periodo, invece, inizia alla fine degli anni “80”, con l’arrivo di un altro genere chiamato flavour , che poi prendera’ il nome di New School, incentrato piu’ sul movimento e su quello che si vuole tresmettere attraverso il ballo.