DANZA MODERNA

DANZA MODERNA

Tra le tante forme di Danza, una di queste, è quella Moderna!

Dalla fine del XIX , proposta come un nuovo genere, la Danza Moderna inizia con i  suoi primi sviluppi, dimostrando un nuovo approccio con un sentimento quasi ribelle  da artisti dell’epoca che non accettano le solite prestazioni classiche e, sopratutto costumi e calzature della danza Classica, forse ritenuta troppo rigida e schematica!

Alla ricerca di una danza libera, ma  non troppo,  comunque priva di restrizioni, dove il corpo si muove con interpretazioni libere!

Forse il bisogno di filosofare cambia il pensiero, se pur democratico, di introdurre nuove gestualità per differire l’utilizzo e la capacita’ di compiere  movimenti e assumere posture … alla scoperta di nuove abilità motorie!

Furono le teorie di un francese tenore e insegnante di canto , Francois Delsarte, diffuse In America fra il 1830 e il 1870 tramite alcuni suoi allievi, a inserire il cambiamento.

Loie Fuller, Isadora Duncan  e Ruth St. Denis, poi seguite da Martha Graham e Doris Humphrey, si imposero sulla scena mondiale sviluppando particolari stili di danza libera, dando vita ad una “modern dance” caratterizzata  da una propria estetica e da propi schemi espressivi ed educativi.

In Europa furono Emile Jacques-Dalcroze e Rudolf von Laban a indicare la strada del cambiamento.

Riformatori, sostenitori, indiscussi progenitori  dell’epoca dei  nuovi  passi della “danza moderna” (chiamata anche “nuova danza”), che peraltro non esclude l’uso delle tecniche della “danza classica”, ma passi che rimangono pur sempre rappresentati da movimenti e caratteristiche in contrasto con il “balletto classico”.

Anche l’aspetto scenografico determina un cambiamento, decadono lo sfarzo dei costumi si usano spazi non teatrali con semplici elementi di luci ed oggetti.

Ruoli  e figure fondamentali all’interno di uno spettacolo cambiano veste, da cui  il ballerino diventa anche coreografo,  dando vita ad una maggiore capacita’ inventiva o  “improvvisazione” estemporanea.

Facile sia che la “danza moderna” come in ogni periodo di  ricerca prese spunti dalle danze etniche di paesi non occidentali, come una sorta di studio storico-antroplogico, 

… come se il nuovo, rinasce dal vecchio, antico … (F. Pilon).

Possiamo dire che la la “danza moderna” può suddividersi in tre periodi:

> il periodo di rottura e di ricerca, fine XIX secolo inzii del XX

> il periodo di definizione delle tecniche, tra gli anni trenta e gli anni quaranta

> il periodo di innovazione, che va dal secondo dopoguerra ad oggi.

Nel primo periodo si svilupparono due correnti di pensiero, la prima voleva nuovi cambiamenti interni alla danza classica e la seconda creare un nuovo volto alla danza.

Fondamentale l’aspetto epistemico del periodo non come scienza esatta ma come il dirittto alla sensibilità fisica, momento timido del  come e cosa cambiare…

Nei primi trent’anni del Novecento si assistette all’introduzione di numerose innovazioni per opera del compositore svizzero Jacques-Dalcroze, delle ballerine statunitensi Isadora Duncan e Ruth St. Denis,  della tedesca Mary Wigman.

… Isadora Duncan ballerina dell’epoca, sosteneva che il centro propulsore di tutti i movimenti corporei risiedeva nel plesso solare, da cui la proposta di muoversi ora contrapponendo la forza di gravita , ora assecondandola …

Nel secondo periodo, anni trenta quaranta, meglio chiamato di definizione o perfezionamneto delle tecniche, alcuni danzatori-coreografi sono concordi che la danza è un’espressione emozionale, e nonostante la continua osmosi d’idee e poetiche, ponevano una maggiore attenzione alla qualita’ del movimento del corpo, l’artista da forma alle sue idee dentro le convenzioni del suo tempo – pur senza necessariamente adeguarsi ad esse e usa diversi dipositivi per definire le sue intenzioni.

 A differenza della danza classica, le gambe e i piedi diventarono secondari rispetto alla consapevolezza della parte superiore del corpo e del movimento o del corpo-in-movimento.

 Da cui il filone significativo dei teorici della danza moderna a partire da Rudolf Laban danzatore coreografo e figura di spicco,  e altri danzatori come Martha Graham di cui ancora ad oggi studiamo la “tecnica Graham” nelle accademiche di danza, Doris Humphrey, Charles Weidman.

Artisti che che si allontanano dalla mimesi per avvicinarsi alla simbolizzazione del gesto che è unica per ogni artista, diversa da qualsiasi altra base precostituita.

Il periodo promuove un nuovo schema di creazione,  basandosi tra arti figurative, danza e letteratura, dove coreografi si concentrarono sulla creazione di una struttura narrativa nella coreografia.

Nel terzo periodo chiamato dell’innovazione, dal 1950 in poi, i coreografi rifiutarono le componenti psicologiche e narrative tipiche della modern dance. La ragione di questa decisione era dovuta all’intenzione degli artisti di non esprimere piu’ emozioni ma di scoprire le numerose capacità del movimento e del corpo umano. Per il ballerino ciò poteva comportare anche il recupero della tecnica della Danza Accademica. Questa nuova corrente fu definita formalismo o astrattismo.

I suoi maggiori esponenti furono Merce Cunningham a Alwin Nikolais.

Esponenti della danza Moderna Italiana, tra gli artisti piu’ importanti citiamo:

Mauro Bigonzetti artista e coreografo, Luciana Savignano artista e ballerina , entrambi ricoprendo ruoli importanti alla Scala di Milano.